
Apione è stato un marinaio della flotta romana più importante del Mediterraneo e quindi ha sicuramente frequentato i siti che ad essa si relazionavano: il porto di Miseno con le navi della flotta ancorate alle banchine, il lago interno che ospitava le navi durante la ferma invernale della navigazione, l’area di addestramento militare che ha lasciato traccia nel nome della località di Miliscola (militum schola), e infine le necropoli che custodivano le urne cinerarie dei marinai e degli ufficiali. Alcuni di questi luoghi sono scomparsi, come per esempio le caserme, il cantiere navale e gli arsenali, ma altri sono oggi emergenze archeologiche di grande fascino, se pensiamo ad esempio alla Piscina Mirabilis, punto terminale dell’acquedotto che Augusto fece costruire proprio per rifornire d’acqua potabile la sua flotta. Nella finzione del romanzo, Apione frequenta anche gli edifici più importanti del territorio flegreo che oggi sono siti archeologici di estrema bellezza e fascino, come le Terme di Baia, gli Scavi di Cuma, l’Anfiteatro e il Macellum di Pozzuoli.