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HOME > Il territorio flegreo
I Campi Flegrei rappresentano un territorio unico in Italia, la cui natura vulcanica ha dato origine a una delle aree di maggior interesse storico-culturale della Campania. Quest’area è costituita da un sistema di vulcani (caldera) formatisi nel corso di millenni e che hanno scolpito un paesaggio affascinante la cui attuale morfologia risale all’ultima eruzione avvenuta 39.000 anni fa, la cosiddetta Caldera del Tufo Giallo Napoletano.
Sono compresi nei Campi Flegrei i comuni di Pozzuoli, Quarto, Bacoli e Monte di Procida. Dal punto di vista geologico appartengono al territorio flegreo anche la collina di Posillipo e il quartiere di Fuorigrotta di Napoli e le isole di Procida e Ischia.
I Campi Flegrei sono l'evoluzione di un'enorme caldera di cui oggi restano alcuni crateri formatisi nel corso di millenarie e potenti eruzioni che hanno generato paesaggi mozzafiato fatti di colline dalla cima troncata immerse nella macchia mediterranea, laghi vulcanici, sorgenti termali e fanghi bollenti provenienti dal grembo della terra e dalle profondità marine.
Sono antichi vulcani l’isola di Nisida, limite orientale dei Campi Flegrei insieme alla collina di Posillipo; gli Astroni, un tempo riserva di Caccia dei Borbone e oggi Oasi Naturalistica del WWF; la Solfatara, l’unico ancora attivo; il Cigliano, cratere in cui l’edilizia ha sfidato la natura; il Gauro, ai cui piedi i Romani sconfissero i Sanniti in una feroce battaglia; il Monte Nuovo, il vulcano più recente d’Italia, formatosi in una notte del 1538; l’Averno, lago vulcanico identificato per secoli come l’ingresso al modo degli Inferi; i Fondi di Baia, una coppia di crateri sfruttati fino ad anni recenti come cava di pozzolana e infine, il promontorio di Capo Miseno, che chiude il territorio a Occidente.
I millenari crateri della costa flegrea hanno favorito dapprima l’insediamento dei Greci, gli Eubei, che qui fondarono Cuma (Kyme), la prima città della Magna Grecia in Occidente. Il nome “Campi Flegrei” deriva infatti dal greco Phlegraìos Pedìon (campi ardenti), in relazione alla loro natura vulcanica. Poi giunsero i Romani, attratti dalla bellezza del paesaggio, dal clima mite e dalla presenza di fonti termominerali e che hanno lasciato i segni del loro passaggio negli imponenti impianti termali, nei resti dei porti della flotta militare, nei luoghi per il commercio e per lo svago. Questi insediamenti sono oggi siti e aree archeologiche di estremo valore, testimonianza della ricchezza culturale di questo territorio.
Per secoli i Campi Flegrei hanno ispirato gli uomini che vi hanno transitato: antichi navigatori focei e micenei in viaggio sulle rotte dei metalli, raccontavano di terre scatenate da terremoti, esplosioni, lingue di fuoco, fumi di zolfo e nuvole di cenere. Quando l'attività vulcanica si assopì, il golfo infero e ardente divenne la terra ideale per i Greci che qui decisero di fermarsi, attratti da una terra straordinaria e fertile, destinata a diventare il centro vitale del Mediterraneo. Questi luoghi hanno ispirato i canti di Omero e Virgilio e attratto per secoli studiosi e viaggiatori per il loro intreccio tra storia, miti e leggende.
Sotto i crateri di questa “terra ardente” furono imprigionati i Giganti dagli dei dell’Olimpo; da qui passò Eracle di ritorno da una delle 12 fatiche; Miseno, il trombettiere di Enea, fu sepolto sotto promontorio che porta il suo nome; dal lago d’Averno si accedeva al mondo degli inferi, il regno di Ade; il vulcano Solfatara era la dimora del fabbro divino, Efesto; in fuga dal labirinto di Creta, Dedalo atterrò sull’Acropoli di Cuma dove costruì il tempio dedicato ad Apollo la cui sacerdotessa, la Sibilla Cumana, profetizzò a Enea la grandezza di Roma.
Il territorio dei Campi Flegrei è caratterizzato da un fenomeno vulcanico che lo rende un luogo tanto affascinante quanto complesso: il Bradisismo, cioè il lento movimento verticale della crosta terrestre che ciclicamente alterna fasi ascendenti a fasi discendenti. Il fenomeno è costantemente monitorato dall’Osservatorio Vesuviano di Napoli che ne pubblica giornalmente i dati di rilevazione. Dal 2005 è in atto una fase di sollevamento riscontrabile nell’osservazione del fondale della darsena del porto di Pozzuoli e nell’affioramento di antiche strutture portuali romane del suo lungomare.
La Terra dei Miti è in costante aggiornamento con le principali fonti istituzionali per proporre la fruizione di tutti i siti flegrei in piena sicurezza per apprezzare il valore di un territorio unico al mondo.
Gli effetti del bradisismo in epoca romana hanno generato il Parco di Baia Sommersa, sito archeologico oggi meta di turismo subacqueo internazionale. In epoca medievale la lunga sommersione del Macellum/Tempio di Serapide e la sua lenta riemersione posteriore, lo hanno trasformato nel simbolo della dinamicità della crosta terrestre, attirando scienziati da tutto il mondo.
L’eccezionale fertilità del suolo flegreo, dovuta proprio alla sua natura vulcanica, le acque dei suoi laghi e il mare pescoso, hanno reso questo territorio luogo ideale alla viticoltura e favorito l’allevamento di cozze, ostriche e grandi varietà di pesci.
Nei numerosi ristoranti e trattorie presenti nei Campi Flegrei è possibile assaporare specialità locali e piatti tipici della cucina tradizionale napoletana.
Le fonti classiche ci raccontano che già i Greci e i Romani producevano qui i loro vini. Questa tradizione continua oggi con le eccellenti aziende vitivinicole per la produzione dei famosi vini Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei. I vigneti, alcuni dei quali impiantati sui bordi degli antichi crateri, sono a piede franco perché scampati al flagello della Fillossera di metà Ottocento.
Le numerose fonti di acque termominerali e i vapori bollenti prodotti dalla natura vulcanica dei Campi Flegrei sono stati per secoli sfruttate per il benessere dell’uomo. Ne sono testimonianza le terme dell’antica Baiae, località scelta da imperatori e personaggi illustri che qui hanno costruito ville e terme sempre più grandi e sontuose e quelle di Agnano, dove le prime strutture termali risalgono addirittura ai Greci. In epoca medievale le numerose fonti termali erano rinomatissime e le loro proprietà curative furono descritte nel poema De balneis Puteolanis di Pietro da Eboli.
Alcune di queste fonti sono ancora attive e consentono ai visitatori di trascorrere ore di relax e benessere tra saune e piscine naturali.
I prodotti sono tutti artigianali e liberamente ispirati ai
monumenti simbolo dei Campi Flegrei e di Pompei